Due parole chiare sulle terapie omeopatiche per gli animali.

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DI CHE SI TRATTA, COME AGISCE, A CHI SOMMINISTRARLA.

 

Anche gli animali possono essere curati con le medicine non convenzionali fra cui, omeopatia, floriterapia, omotossicologia, fitoterapia ed agopuntura, tra le principali.

In Italia, i medici veterinari con formazione olistica, soprattutto omeopatica, diplomati in Scuole Specialistiche, sono una minima parte, seppur sia sempre maggiore il numero di persone che già usano su se stessi tale medicina, con il desiderio di utilizzarla anche per i loro beniamini.

La più conosciuta di queste è l’Omeopatia, nata oltre due secoli fa in Germania, grazie al Dott. Hahnemann, secondo il quale ogni soggetto vivente fa parte di una realtà in cui si deve considerare e si deve osservare come ogni influenza familiare e ambientale possa agire sul suo equilibrio di salute(la famosa “omeostasi”). Nell’indagine si stabilisce come poi questo equilibrio viene alterato fino a portarlo alla “malattia” a seconda del terreno costituzionale che ognuno di noi possiede dalla nascita.

Questo modo di considerare il paziente è l’opposto di ciò che troviamo nella Medicina Tradizionale che cura a compartimenti stagni le alterazioni organiche e funzionali perché non tiene in minima considerazione la “soggettività” di ognuno, paragonando così gli esseri viventi a delle macchine tutte uguali.

L’Omeopatia utilizza a questo scopo sostanze naturali ricavate dai regni animale-vegetale o minerale, preparate secondo rigorosa metodologia standardizzata, potendo così, se correttamente impiegata, aiutare a guarire o migliorare le condizioni di vita del soggetto, non delegando al farmaco, come avviene nella medicina ufficiale, bensì reagendo esso stesso per mezzo della sua energia vitale, a ristabilire l’omeostasi summenzionata.

La Medicina Omeopatica la si può usare in condizioni di emergenza (punture di insetti che danno una iper-reazione, colpo di calore, avvelenamenti) con risultati a dir poco stupefacenti, smentendo così la falsa credenza che la sua efficacia sia “lenta”.

pianteAltro utilizzo lo si può vedere nelle patologie croniche (come ad esempio: intolleranze, dermatiti, gastroenteriti) dove agisce più lentamente nel tempo, in quanto deve riequilibrare il soggetto da una condizione morbosa, instauratasi mesi o anni prima. Si rivela utile anche nei disturbi comportamentali, perché anche i nostri animali possono risentire dei nostri ritmi di vita e sociali troppo frenetici; negli anziani e nei pazienti oncologici dove garantisce condizioni di vita migliore, anche come supporto a terapie tradizionali.

Per stabilire una cura, è importante una visita nel corso della quale andranno sondati, analizzati ed elaborati dal professionista, con la compliance del proprietario, tutti gli aspetti della vita dell’animale: le sue origini, il carattere, le sue abitudini, le paure, i gusti alimentari, i sentimenti, le malattie pregresse e quella in atto, senza tralasciare il contesto in cui vive.

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